Sofferenze Stampa

"Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente

non siano paragonabili alla gloria

che deve essere manifestata a nostro riguardo" (Rom.8:18)

 

Un autore cristiano, commentando questo versetto, ha portato una semplice illustrazione. Immagina di avere una bilancia a due piatti e metti sul primo piatto tutte le tue sofferenze, di qualunque genere esse siano: inevitabilmente il piatto scenderà verso il basso man mano che vi caricherai tutti i tuoi travagli. Poni poi sull'altro piatto la gloria eterna di cui ci parla la Parola di Dio: questo piatto scenderà molto più in basso del primo. Il peso della gloria che deve essere manifestata a nostro riguardo è di gran lunga superiore a quello delle sofferenze del nostro cammino terreno.

 

Questo non vuol dire che le sofferenze del tempo presente siano cosa di poco conto. Molte persone liquidano sbrigativamente il problema delle sofferenze degli altri con parole di circostanza, magari con la citazione di qualche verso biblico, pensando di recare consolazione ed incoraggiamento, dimostrando invece solo insensibilità e presunzione. No, le sofferenze non sono mai cosa di poco conto, non sono cose leggere, che possano essere trattate a cuor leggero. L'apostolo Paolo che scrive ai Romani aveva sperimentato personalmente il peso della sofferenza (leggi, ad esempio, 2 Cor. 11:23-28) e le sue parole non intendono minimizzare tale peso. Ma suggeriscono un confronto: la sofferenza di oggi e la gloria di domani, la tristezza di oggi e la gioia di domani, il travaglio di oggi e la pace di domani.

 

Se il cristiano perde di vista l'eternità con la sua gloria, non possiede molto di più del non credente. Infatti, ancora Paolo afferma: "Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini" (1 Cor. 15:19). Bisogna guardarsi dalla tentazione di ritenere che l'Evangelo sia la panacea per tutti i mali del tempo presente: significherebbe travisare il messaggio di Gesù Cristo e svuotarlo del suo contenuto più grande: la promessa della vita eterna. Il materialismo dei nostri giorni sembra influenzare anche la vita e la predicazione cristiana, spesso tesa più a promettere benedizioni e prosperità materiali che la gloria eterna. Il Signore sarà sempre pronto a venire in aiuto ai Suoi figli e a colmarli anche di benedizioni terrene, ma le sofferenze non mancheranno mai.

 

E se non perdiamo la prospettiva dell'eternità, il peso stesso, spesso rilevante, delle nostre sofferenze, ci sembrerà più sopportabile, perchè "la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria" (2 Cor. 4:17). La sofferenza, vissuta con dignità cristiana, affina e tempra il carattere del credente, gli consente di sperimentare altri aspetti del soccorso divino e contribuisce a quella crescita e maturazione spirituale che dovrebbe costituire uno degli obiettivi più importanti da conseguire per ogni seguace di Gesù.