Orgoglio o vergogna? (20-06-2010) Stampa

Palermo - Dettaglio dei cavalli del Teatro PoliteamaORGOGLIO O VERGOGNA?

Sabato 19 giugno si è tenuto a Palermo il "gay-pride", festa dell'"orgoglio omosessuale". E' stata una manifestazione a carattere regionale con corteo, incontri, musica, ecc. Il termine "pride" significa orgoglio, fierezza, vanto. Ma è proprio il caso di vantarsi nel dichiarare ed esibire la propria omosessualità? Come cristiani rispettosi dell'insegnamento biblico crediamo che l'omosessualità non rientri nel piano creativo di Dio e che la sua pratica e la sua approvazione vadano contro il volere del Signore.

Capiamo che il problema è assai complesso e sarebbe troppo semplicistico liquidare la faccenda limitandosi a dire che l'omosessualità è un peccato, ma la Parola di Dio ci impone di prendere delle posizioni ben definite. Non c'è alcun brano della Scrittura che autorizzi ad accettare le pratiche omosessuali, anzi ogni volta che si tratta questo tema la condanna è netta. Basta leggere, ad esempio, Romani 1:26,27: "Le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento".

E' fuori discussione che l'amore di Dio si estende a tutti gli uomini e che anche per chi vive problematiche di questa natura Gesù è morto sulla croce per dare salvezza; è fuori discussione che la Chiesa deve saper accogliere tutti e mostrare ad ognuno la via della fede in Cristo Gesù e del ravvedimento che porta alla nuova nascita; è fuori discussione che omosessualità non è necessariamnente sinonimo di perversione e che valori nobili possono essere messi in mostra anche da chi è omosessuale come da qualsiasi altra persona umana;  ma è fuori discussione anche il fatto che l'omosessualità contrasta con l'ordine creativo del Signore.

Le chiese che si dichiarano non disposte ad accettare la legittimità delle pratiche omosessuali sono accusate di voler vietare a queste persone di seguire la realizzazione delle proprie tendenze in tema di sessualità. Ma anche per gli eterosessuali vi sono dei limiti, quelli imposti dall'insegnamento della Bibbia. L'etica biblica, in tema di sessualità, indica dei confini ben precisi, superando i quali si finisce nell'adulterio, nella fornicazione, nell'immoralità.

In molti ambiti la società contemporanea si discosta dalla morale biblica e dunque non stupisce che ci sia una sempre maggiore tolleranza verso comportamenti biasimati dalla Bibbia. Ci si convince anche del fatto che una sempre più ampia tolleranza verso tutto e tutti sia un segno di crescita e maturità sociale e dunque qualcosa di cui vantarsi. E se invece fosse il segno di una crescente corruzione del genere umano e dunque qualcosa di cui vergognarsi?