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BENE E MALE

 

Ogni anno, in primavera, si tiene a Torino il Salone Internazionale del Libro. Il tema della mostra di quest'anno è stato: "Il Bene". Di bene si può parlare da tanti punti di vista. Esiste il bene pubblico e quello privato, il bene fisico, quello affettivo, quello economico, quello spirituale e così via. Ma, qualunque sia l'ambito in cui si vuol dare una definizione di bene, c'è un monito molto serio che ci viene dalla Scrittura: "Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!" (Isaia 5:20). Questo stravolgimento di valori a volte può essere fatto con la convinzione che davvero quello che si propone sia buono, giusto, dolce. Però non sempre quello che per l'uomo è bene, lo è anche per Dio.

Dove cercare i criteri in base ai quali definire il bene e il male? Nella cultura, nella scienza, nell'essere umano, nella società? Il credente riconosce in Dio e nella sua Parola la base su cui fondare il proprio criterio di valutazione su ciò che è bene e ciò che è male.

Una delle colpe più grandi dell'uomo, sia per le sue implicazioni morali, sia per le ripercussioni che tali scelte hanno sulla vita è quella di voler decidere da sè cio che è bene e ciò che è male.

E' stato il peccato originario di Adamo ed Eva. Mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male significò proprio questo: decidere in base ai propri criteri ciò che è bene e ciò che è male, ciò che giusto e ciò che non lo è, ciò che è utile e ciò che è dannoso.

L'esperienza dovrebbe dimostrare che quando l'uomo si allontana dai canoni del bene come indicati da Dio, le condizioni della sua esistenza peggiorano e dovrebbe dunque essere più semplice capire che il Bene si trova in Dio e nel suo insegnamento.